Questo brutto articolo a firma del Prof Segatori apparso sul “Corriere dell’Umbria” ha suscitato profonda indignazione e sdegno in tutta la popolazione spoletina.
Il titolo “ oltre la siepe” è già una sentenza senza appello , seguono poi una sequela di offese ad una “cittadina” che ha duemila anni di storia, famosa nel mondo per la sua arte e cultura, a differenza di altre “cittadine” praticamente assenti dal panorama nazionale e internazionale.
Richiedere il ripristino di un pronto soccorso vero per servire un bacino di utenza di sessantamila abitanti oltre ad alcuni servizi essenziali, grazie ai quali può definirsi tale un ospedale , furbescamente contrabbandati come rifiuto di Spoleto a dare il suo contributo all’ emergenza Covid, ha fatto riemergere , oltre alle solite invidie territoriali, vecchie e stantie chiacchiere da bar spacciate per analisi socio-economiche aventi elevato valore scientifico.
La verità è un’altra; Spoleto per realizzare i suoi obiettivi strategici ha dovuto utilizzare risorse proprie .
Due esempi trai tanti:
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Progetto esecutivo e cantierabile del completamento della strada Tre Valli per uscire dal secolare isolamento al quale è stata condannata ( causa principale delle difficoltà delle nostre imprese ad operare nel territorio) altro che mentalità “ di nobili decaduti”.
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Creazione della chirurgia robotica, grazie al completo finanziamento delle nostre istituzioni private, oltre a quelli delle apparecchiature e tecnologie a servizio delle tante eccellenze del nostro nosocomio.
Sembra che tutto questo dia fastidio e che il riemergere di una mentalità di tipo consortesco, tipica di certi ambienti della nostra regione, abbia deciso di assegnare a Spoleto un ruolo subalterno.
PRESIDENTE ASSOCIAZIONE AMICI DI SPOLETO ONLUS
DARIO POMPILI